La cartolina perfetta: il golfo di Napoli sorvegliato dell'imponente Vesuvio. Credit: Shutterstock

Cosa fare a Napoli: dalle macchine anatomiche all’Ospedale delle bambole

Tra sacro e profano, scopri perchè è così facile innamorarsi di Napoli

by Nora Cavaccini

La citazione di Goethe, Vedi Napoli e poi muori, è ben nota. In un modo poetico, allude al fatto che bisogna visitare Napoli almeno una volta nella vita e che, una volta vista questa città, si può anche morire in pace, perché niente può eguagliare la sua bellezza.

Eppure Napoli non è una città pulita. Non è ordinata, non è accondiscendente, non è il tipo di posto che ti accoglie e ti guida tranquillamente per mano. No. 

Napoli è piuttosto considerata una giungla urbana. Eppure, la sua atmosfera e l’energia che la caratterizzano, sono tali da rendere molto facile l’innamorarsene. 

Per rendersene conto, è sufficiente fare una passeggiata per Spaccanapoli, la strada che taglia in linea retta la città e che, come suggerisce il nome, divide letteralmente in due il centro storico. Qui, tra basiliche, pizzerie, balconi e canti di venditori ambulanti, emergerà chiaramente l’essenza della città.

Napoli

Puoi cominciare la tua visita entrando nella Chiesa del Gesù Nuovo, i cui interni rappresentano uno degli esempi più straordinari del Barocco Napoletano. Poco distante, non perdere quello che consideriamo un vero e proprio gioiello: la Cappella Sansevero, dove è ospitato il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino. Canova stesso dichiarò che avrebbe dato dieci anni della sua vita per scolpire un simile capolavoro. Ed è in effetti difficile non rimanere estasiati davanti a questa scultura, in cui Cristo è rappresentato coperto da un velo trasparente, che aderisce perfettamente al corpo. L’effetto è tale che al tempo si riteneva l’opera il frutto di un prodigioso effetto alchemico di marmorizzazione. D’altronde la Cappella fu commissionata da Raimondo di Sangro, che aveva fama di alchimista e audace sperimentatore. A lui si deve anche la commissione delle “Macchine anatomiche” che troverai nel seminterrato: due scheletri sono esposti con il loro sistema artero-venoso quasi perfettamente intatto. Ma attenzione: solo per stomaci forti! 

È innegabile che il fascino di Napoli risieda anche in questo raro mix di radiosa bellezza e lugubre iconografia e nel singolare connubio tra sacro e profano. 

A pochi passi dalla Cappella Sansevero, ad esempio, potrai imbatterti in un vero e proprio altare dedicato a Maradona. Il famoso calciatore argentino, scomparso recentemente, fu a lungo il capitano del Napoli negli anni ’80 e in città è venerato al pari di un dio. Presso questa singolare edicola “sacra”, troverai anche un’ampolla: si dice che contenga lacrime vere del calciatore!

A questo punto, non puoi non dirigerti in via San Gregorio Armeno. La strada dove “ogni giorno è Natale”, è un vicolo pittoresco animato da botteghe artigiane tutte dedicate all’arte del presepe. La tradizione alle spalle è antica: qui, in epoca classica, sorgeva un tempio dedicato alla dea Cerere, cui i devoti portavano statuette votive in terracotta prodotte in questa zona. Quando, nel diciottesimo secolo, l’arte del presepe si sviluppò e crebbe, in particolare in Campania, a San Gregorio Armeno proliferarono le botteghe dedite a quest’arte. In molti casi si tratta di botteghe che portano avanti un lavoro artigianale che si trasmette di generazione in generazione, là dove ogni figura è realizzata con pazienza, passione e dovizia di particolari, utilizzando materiali differenti. L’estro, la fantasia e l’ironia napoletana si riflettono poi in questa ben nota peculiarità: accanto ai personaggi che tradizionalmente costituiscono la scena del presepe, si possono anche trovare statuette del tutto “mondane”,  vip e personaggi politici del momento, da Monica Bellucci a Donald Trump. 

Parlando di artigianato e passione, un luogo senz’altro affascinante, che merita una visita in particolare se si viaggia con i bambini al seguito, è il cosiddetto Ospedale delle bambole, fondato ad inizio Novecento dallo scenografo Luigi Grassi. Leggenda vuole che una madre disperata si fosse rivolta a Grassi per pregarlo di riparare una bambola rotta e che, poche settimane dopo, Grassi l’avesse restituita come nuova, meritandosi così l’appellativo di “dottore”. Da quel momento, e fino ai giorni d’oggi, la sua bottega divenne un “ospedale”, oggi un museo, dove ogni tipo di figure, bambole ma anche statue sacre, vengono riparate e ristrutturare utilizzando antiche e sapienti tecniche di restauro. 

La bellezza di Napoli risiede anche in questa ricca tradizione di eccellenza artigianale. Anche via San Biagio dei Librai, poco distante, lo riflette, con i numerosi negozi dedicati spesso a preservare i libri antichi. Qui ti troverai nel cuore pulsante della città e a pochi passi da un’altra strada importante: Via dei Tribunali. È questa la tua meta per rifocillarti.

A Napoli la pizza non è soltanto un prodotto gastronomico, è una filosofia di vita! La maggior parte delle pizzerie sono gestite a conduzione familiare, con ricette che si tramandano, anche in questo caso, da generazioni. Se Sorbillo, in via dei Tribunali, è tra le pizzerie più celebri e apprezzate, siamo comunque certi che non rimarrai deluso ovunque tu decida di assaggiarla. Tieni presente poi che tradizione culinaria napoletana è ricca e variegata e non si limita solo alla pizza. In particolare, non perderti l’esperienza di un dolce, provando la sfogliatella, nella sua variante riccia o frolla, o il babà, con il suo soffice pan di spagna imbevuto di rum e l’iconica forma a fungo.   

Napoli

Per bruciare le calorie che a questo punto, inevitabilmente, avrai accumulato, non ti resta che proseguire la passeggiata e raggiungere finalmente il mare. Lascia che la vista di Castel dell’Ovo, sorvegliato dal Vesuvio in lontananza, ti tolga il fiato. Qui, nella luce calda, accarezzato dalla brezza marina, capirai infine (qualora non fosse già sufficientemente chiaro) la vera essenza della citazione di Goethe. 

Se poi Napoli è solo la prima tappa ma vuoi esplorare anche la regione Campania e scoprire la sua ricchezza culturale, non perderti il nostro itinerario nei siti patrimonio Unesco qui